Il film, di G.Amelio, è stato appena presentato alla Mostra del cinema di Venezia e non è il consueto film di guerra. Di seguito estratti delle recensioni dei ragazzi di 5Bap:
" Campo di battaglia non deve essere visto solamente come un film, ma come lo specchio di una piaga terribile che ha travolto i primi decenni del '900. Il campo di battaglia non è tanto il luogo dello scontro fisico, bensì il luogo ove avviene una battaglia interiore in cui gli uomini affrontano le proprie paure e i propri demoni, decidendo tra il dovere verso la patria e la vita stessa. Il regista G.Amelio ci mostra questo dualismo mediante i due protagonisti, i medici Stefano e Giulio."
"Azione, combattimenti, sparatorie; tutti questi elementi sono completamente assenti nel film di G.Amelio, eppure il regista riesce a creare ugualmente un'atmosfera impregnata di dolore, sofferenza e contrasto senza inserire elementi tipici dell'action Holliwood film. il film infatti presenta poche e semplici ambientazioni. rappresentate con una precisione e una cura che trasportano lo spettatore indietro nel tempo (...). Anche il più piccolo personaggio risulta profondo, complesso e ricco di contrasti ".
" Il film Campo di battaglia è un film profondo concentrato su due punti di vista (...), i quali, nella loro giovane età, vogliono da una parte combattere per il proprio paese e dall'altra cercare di sopravvivere e tornare a casa. "
"Il film mette in campo due medici, ciascuno con visioni diverse della guerra: Stefano, che ritiene che la guerra sia un dovere, e Giulio, che ritiene che la guerra sia la causa della morte di tanti giovani. Quello che mi ha colpito non è solo che la guerra ha coinvolto tantissimi giovani, anche della mia età, ma anche (...) la disperazione di questi giovani, che per scappare da questo o
" La guerra è rappresentata come un ciclo di morte e sofferenza in cui ci sono solo due alternative: diventare un disertore per salvarsi o morire. Coloro che comandano invece continuano a vivere serenamente senza subire le conseguenze delle loro scelte"
" Nel film di Gianni Amelio ci vengono proposte due visioni del dovere molto diverse. Stefano, medico con in ferreo senso del dovere, cerca di curare il prima possibile i feriti per poi rispedirli al fronte; dall'altra parte Giulio che aggrava temporaneamente le condizioni dei malati per poterli rimandare a casa. Ho trovato coinvolgente proprio il dilemma morale proposto".
"Nel film il dovere di medico militare di Giulio è stato sostituito dalla volontà di preservare la vita dei giovani ragazzi spaventati, alienati e disorientati in un mondo crudele dove il loro futuro è messo minacciosamente a repentaglio, L'epidemia, l'ombra della guerra e la negazione di un futuro, ci rendono a mio parere molto più vicini ai nostri coetanei di un secolo fa rispetto alla generazione dei nostri genitori, i quali avevano di fronte a loro l'effettiva speranza che il mondo che avrebbero plasmato sarebbe di sicuro stato un posto migliore"
"Cosa significa davvero vivere determinate emozioni, momenti di disagio con la consapevolezza che una vita possa essere distrutta in pochi secondi?"
"Come può un ragazzo di soli vent'anni voler tornare al fronte dopo essere stato ferito o dopo aver visto i suoi compagni morire? (...) Alcuni sono disposti anche a sacrificare un arto o la vista o altro per poter tornare dalle loro famiglie. I generali si lustrano le medaglie, ma non vedono da vicino come fischiano i proiettili e ignorano il problema dell'epidemia, perchè non li colpisce direttamente"
"Una visione della guerra da un nuovo punto di vista...quello della sofferenza di migliaia di soldati che, per sfuggire a questa piaga, si autolesionano".