EMILIA ROMAGNA: REPORT DI FINE GIUGNO 2023

Pubblicato il 04 Luglio 2023
Una studentessa racconta

Lo scorso mese l’Emilia Romagna è stata colpita da una violenta alluvione che ha causato vittime e danni molto gravi in alcuni comuni della regione. Questo rapporto ha la funzione di raccogliere testimonianze di ogni genere, per tentare di dare una visione a 360 gradi delle conseguenze che l’allagamento comporta ancora a distanza di un mese.

Sono da poco tornata dalla Romagna, da Imola. Ho l’occasione di soggiornare lì tutti gli anni grazie ad alcuni parenti, e per fortuna questa città non è stata fortemente danneggiata.

Tuttavia, ho avuto anche l’opportunità di spostarmi sul territorio romagnolo e di conoscere persone che hanno vissuto l’evento estremo da vicino.

OGNI giorno mi recavo a Forlì e ho potuto incontrare William, l’alunno di una parente che insegna russo. Camminando per una strada della città, nel quartiere della Cava, mi ha raccontato che quella zona era stata una delle più colpite. Mi ha fatto notare la polvere sul marciapiede e sulla strada: si era depositata lì dopo l’alluvione.

In effetti un sguardo non informato non se ne sarebbe mai accorto, ma dopo la conversazione con William ho cominciato a notarla anche sulla strada verso casa. E’ un sottile velo di sabbia, qualcosa che è quasi impercettibile, ma che racconta l’eredità di un disastro agli occhi più attenti, gli occhi che sanno, che hanno visto e vissuto.

Ringrazio di cuore William, che ha gentilmente acconsentito a fornirmi la sua testimonianza (inviatami il 26 giugno), di cui riporto un pezzo di seguito:

Conosci qualcuno che ha subìto danni molto gravi? Come si sta riprendendo?

Una mia compagna di classe vive appunto alla Cava dove, come ti ho detto, c'è stato il peggio di questa catastrofe [...]. Ci ha raccontato di come, la notte più dura, il suo vicino sia uscito dal condominio per provare a salvare i suoi animali domestici. Non servono molte parole per descrivere quello che gli è successo: si sono svegliati nella notte per le sue urla, che hanno continuato per una certa quantità di tempo, e che poi sono cessate in un silenzio quanto più opprimente al cuore. Sono sicuro che troverai di più sulla sua vicenda nei giornali, se ti interessa*.

[...]Come ti ho detto i condomini rimanevano aperti per arieggiare, ed evitare maleodori causati dal fango (che tra l'altro sarebbe un rifiuto speciale), e per via della mancanza di illuminazione: non si è potuto fare altro che creare un ambiente favorito ai ladri. Le forze dell'ordine facevano avanti e indietro lungo il quartiere, come mi ha detto la mia compagna di classe, ad evitare furti; ma inutile a dirsi che questi si siano compiuti comunque.

*https://www.ilrestodelcarlino.it/emilia-romagna/cronaca/alluvione-vittime-storie-daljcdk7 https://www.forlitoday.it/cronaca/funerali-vittime-alluvione-26-27-maggio-2023.html https://www.repubblica.it/cronaca/2023/05/18/news/morti_alluvione_emilia_romagna-400583 235/

Siccome appunto molti utilizzavano i garage come lavanderia, molti vestiti ma soprattutto vari costosi elettrodomestici si sono danneggiati. Questo ha conseguito uno sconto del 50% per elettrodomestici all'Unieuro del Punta di Ferro (centro commerciale di Forlì), che ha finito per trovarsi pienissimo quei pochi giorni in cui era disponibile l'offerta.

Sempre vicino al Punta di Ferro, c'è la "Fiera", un edificio in cui si fanno fiere di ogni tipo, di cui il parcheggio è finito per diventare il "cimitero delle macchine", infatti è qui che tutte le macchine infangate sono state portate.

Cosa pensi della situazione in generale?

Personalmente penso che l'uomo non può fermare la natura, solamente deviarla; questa volta l'abbiamo deviata forse neanche sufficientemente. Così come il covid, l'alluvione ha esposto i punti deboli del nostro sistema; si auspica che si rinforzino. Perché mentre la pandemia è occasionale, le catastrofi meteorologiche/idriche sono solo destinate ad aumentare in frequenza e potenza, per effetto dell'aumento della temperatura globale.

Spero che si troveranno modi innovativi per gestire queste casistiche, che si effettuino più controlli e simulazioni. Che si trovino i mezzi per istituire associazioni nel caso di reiterazioni fenomeniche, o anche per informare la popolazione: così come oggi sappiamo cosa sono i terremoti, allo stesso modo dovrebbe essere per crisi idrogeologiche, che non saranno una rarità sicuramente nel nostro territorio nel futuro.

DURANTE il mio soggiorno a Imola ho fatto qualche passeggiata per la città. Imola è davvero meravigliosa: nel centro c’è una bellissima rocca, dove in estate si organizza il cinema sotto le stelle, c’è una biblioteca antica con grandi scalinate e soffitti altissimi, e passando per le vie può capitare di imbattersi in un musicista allenarsi per un concerto. A Imola c’è anche un fiume, il Santerno. Questo fiume ha esondato, ma fortunatamente non ha allagato la città. Passando sul ponte l’ho fotografato: i sedimenti lasciati sulla riva indicano fino a dove si è spinto il fiume. Qualche metro più avanti c’è il famoso autodromo di Imola.

PURTROPPO, altre città non sono state così fortunate. Ho una parente che insegna russo e alcuni suoi studenti fanno parte delle persone che hanno perso una parte o tutta la loro casa. Uno di loro, Giancarlo, ha potuto fornire messaggi e fotografie che le aveva inviato il 18 e il 23 maggio:

“Gas no! C’è un centro di volontari per il cibo e attrezzi e detergenti qui vicino”.

“C’è tutto da ricostruire. È impegnativo. Forse la moto riesco a recuperarla. Auto e piano terra dell'abitazione no. Ma lentamente provo a tornare alla normalità. Ovviamente non mollo

la lingua russa ma in questi giorni non ho potuto guardare nulla. Penso che se vai via a fine giugno ricominceremo al tuo ritorno. In estate ripasso tutto quello che abbiamo fatto”.

VENERDì 24 giugno, invece, ho potuto parlare con alcune persone che mi hanno raccontato delle conseguenze su una parte dell’economia della regione, e anche della reazione che l’alluvione ha provocato nelle persone. Li ho incontrati su una spiaggia della costa romagnola, sul Lido di Savio. Ecco cosa mi hanno detto:

L’alluvione a me personalmente non ha colpito, però io ho un’agenzia di assicurazioni, per cui ti posso dire che in Emilia Romagna ci sono oltre 4 mila sinistri e sono stati tutti colpiti, bene o male, da Cesena e Forlì a Ravenna, tutti quelli che sono i paesi. E’ stata abbastanza devastante, ancora molte famiglie sono molto in difficoltà, anche perché sul territorio sono lì che puliscono, ci sono le fogne… Non è successo tanto nel momento ma è anche il dopo, ovviamente. Ha colpito moltissime famiglie.

Quanto tempo pensa che servirà per tornare alla normalità?

Non si torna alla normalità, nel senso che c'è un proseguimento di quello che sarà. Allora, per le case ci vuole un po’, si sistemano, ci vuole un po’ di tempo, si devono asciugare tutte. Invece tutto quello che è l’agricoltura, i terreni hanno portato il fango, c’è da estirpare le piantagioni di frutta, di verdure: ci vuole del tempo, dai 3 ai 5 anni come minimo. Questi sono un po’ i dati che danno. E poi c’è tutto l’entroterra, le frane, stanno aprendo un po' di strade ma il territorio è abbastanza devastato.

Due donne che erano insieme all’uomo con cui ho parlato abitano invece a Forlì, vicino a una delle zone più colpite, che è il quartiere San Benedetto.

Noi siamo state miracolate, però abbiamo visto e toccato con mano la devastazione del quartiere San Benedetto, e ci ha fatto molto effetto. Siamo andate ad aiutare a casa di amici, quando vedi come sei impotente rispetto a questa grande calamità, ti fa veramente effetto, ti fa capire quanto sei piccolo e quanto sei veramente impotente rispetto agli effetti della natura. Poi, in tutta questa fatica e difficoltà mi sono accorta della bellezza che è venuta fuori rispetto alle persone, e questo per me è stato tanto bello, mi ha fatto bene, mi ha fatto sentire utile. In tutta questa cosa brutta, la cosa bella che è venuta fuori è stata proprio quella, il fatto di tanta umanità e di tanta voglia di essere utili. Poi è ovvio che vai a aiutare a togliere il fango una volta, due volte, tre volte e magari non hai risolto tutti i problemi, però questo fatto di coinvolgersi, di voler essere utili per me è stato bello.

OLTRE ai danni che hanno subito le abitazioni, vorrei aprire una parentesi sui danni alle strutture culturali della Romagna. Attualmente, la regione è al lavoro per cercare di fare una stima delle biblioteche, le scuole, i monumenti, gli archivi e i siti archeologici danneggiati dalle acque, ma per il momento posso testimoniare l’allagamento del liceo linguistico Ilaria Alpi di Cesena, che era stato inondato, stando a quanto sostiene chi frequenta quella scuola, con la conseguente attivazione della Didattica A Distanza.

Invece, il sito della regione Emilia Romagna offre una panoramica omogenea dei danni al patrimonio culturale di varie città, in un articolo del 1 giugno: a Cesena sono state registrate infiltrazioni nella biblioteca Malatestiana; il Museo Classis di Ravenna era stato temporaneamente allestito come ricovero per le famiglie sfollate; a Bologna, nei Giardini di Villa Spada, si registrano danni causati da una frana; ci sono stati vari smottamenti e sradicamenti di alberi in alcuni giardini di Brisighella e Casola Valsenio, entrambe in provincia di Ravenna; ma la situazione più critica è quella di Faenza, dove il Museo Guerrino Tramonti, che ospitava 1800 opere, è stato completamente sommerso. Sempre a Faenza, gli allagamenti hanno colpito anche altri musei, una biblioteca e una chiesa. Altre biblioteche sono state danneggiate a Forlì.

Il pericolo più grande per i libri e i manoscritti antichi impregnati di acqua e fango sono i funghi. Per impedire delle formazioni fungine che potrebbero comprometterli per sempre, è necessario portarli a bassissima temperatura il prima possibile. Per questo l’azienda di surgelati Bofrost ha messo a disposizione le sue celle frigorifere e i camion refrigerati per salvare tanti documenti antichi danneggiati dall’acqua e dal fango.

FORTUNATAMENTE, sono giunti diversi aiuti nei confronti delle persone colpite, alcuni anche da lontano. Alcuni anche da Como. Romina, 33 anni, educatrice di Colverde, è andata in Romagna a dare una mano nei comuni più in difficoltà. Le ho fatto qualche domanda via Internet, ecco la sua risposta (inviatami il 27 giugno):

“Sono andata ad aiutare a Forlì il weekend del 2 giugno, insieme a mia sorella e a un’altra mia amica, [...]. Abbiamo trovato questo sito, Volontari SOS, in cui ci siamo registrate [...]. Ci hanno dato un punto di riferimento, che è il palazzetto dello sport di Forlì, ci siamo trovati lì, ci siamo registrate, allora ci hanno mandato nella casa di un privato. [...] ci hanno fatto pulire la casa, ovviamente in una giornata siamo riuscite a pulire quattro stanze bene, non tantissimo, abbiamo portato noi il materiale - spugne, guanti e detersivi. Ci abbiamo dato dentro insomma, olio di gomito e tanta pazienza, ma non era la prima volta che pulivano, nel senso che già altri volontari avevano pulito lì, e comunque il fango rimaneva sostanzialmente attaccato, come se fosse un po’ permeato nel pavimento, che era un pavimento in cotto, e poi il parquet era completamente distrutto, da rifare.

“La cosa che chiaramente mi ha colpito di più è stato vedere come una casa di studenti - perché ci vivevano degli studenti fuori sede, che studiavano a Forlì - da un momento all’altro sia diventata inagibile. Noi ci siamo dedicate al primo piano, e al primo piano l’acqua era arrivata a 30 cm, quindi puoi bene immaginare al piano terra come fossero ridotti. Tutto intorno c’era il fango accatastato e seccato, terreno lunare, [...]

[...] Le persone che ho conosciuto sono state principalmente altri volontari che erano lì, quelli che cucinavano, perché poi il pranzo era offerto; il proprietario di casa, che non era la sua prima casa, era una casa che affittava agli universitari. Diciamo che noi siamo state abbastanza fortunate, perché non abbiamo lavorato nel fango vero e proprio, invece altri ragazzi ci hanno raccontato che dovevano ancora svuotare le cantine, che erano ancora piene di acqua. Ed era il due giugno, erano passate due settimane.

“La cosa che mi ha colpito principalmente è stato proprio come da un momento a quell’altro la vita per loro sia nettamente cambiata, si sono ritrovati senza una casa, senza niente, e dover fare la fila per prendere da mangiare, perché alcuni non avevano più la casa agibile. Molte case erano state chiuse, macchine completamente sporche di fango, però la cosa che mi ha colpita molto in positivo è stata la catena di solidarietà che si è scatenata, il modo in cui ci hanno ringraziato in modo toccante, nel senso che non si aspettavano tutto questo aiuto [...]. Insomma, in generale quello che mi ha colpito è proprio stata la catena di solidarietà che si è mossa, la gratitudine negli occhi di queste persone e la forza di non fermarsi e di non farsi prendere dallo sconforto di quello che è successo, ma di far fronte a questa difficoltà, che si può definire in una sola parola: la resilienza di questa gente”.

UN altro aiuto di rilievo è stato un concerto con la finalità di raccogliere fondi. Si è svolto al Campovolo di Reggio Emilia ed è stato trasmesso in diretta su Rai 1, il 24 giugno. L’arena ha visto esibirsi sul suo palco artisti italiani importantissimi, alcuni anche di fama internazionale, e appartenenti a diverse generazioni. Hanno cantato Salmo, Zucchero, Elisa, Emma, Giorgia, Fiorella Mannoia e Max Pezzali, nonché un artista che è di casa al Campovolo: Luciano Ligabue. Hanno partecipato anche Tananai, Elodie, Irama, Rkomi, Blanco, e Madame. C’erano anche i Negramaro e Gianni Morandi, insieme al grande Andrea Bocelli.

(

Un intervento degno di nota è quello di Laura Pausini, nata e cresciuta in Emilia Romagna, che dopo aver cantato Romagna mia insieme al pubblico, ha fatto un discorso bellissimo, pieno di sentimento e commozione, da parte della cantante e di chi l’ascoltava: “Questo amore l’ho imparato qui, nelle strade dove sono cresciuta, nelle strade dove, come tanti di voi che siete qui, e voi che ci guardate, abbiamo imparato a diventare

Emiliano-romagnoli. [...] La musica è sempre la prima a rispondere, ma non basta: [...] Adesso, se vivete qui, in Romagna, sapete che comincia una parte molto dura, nella quale bisogna rientrare davvero nelle nostre case, e non tutti possono farlo. Io non posso dare molto, ma voglio essere presente, voglio essere con voi, perché io sono di voi. Da sempre: sono nata qui, e questo coraggio che mi avete dato per girare il mondo, ce l’ho perché sono romagnola! [...]”.

Fino al 5 luglio è possibile donare chiamando o inviando un SMS al numero solidale 45538. Per informazioni si può consultare il sito www.antoniano.it .

PENSO che nelle parole e nella canzone di Laura Pausini si possano ritrovare in molti, se non tutti. L’amore per un luogo è uno dei più sinceri che ci siano. Personalmente, non mi è mai piaciuta la parola “patriottismo”, ma se c’è qualcosa che si chiama così deve essere questo: l’amore per i luoghi, naturali e artificiali, per le persone che li abitano e per l’arte che si portano dietro, e nient’altro. Un amore che porta a voler proteggere una terra e a prendersi cura di essa se viene ferita.

Un giorno, quando ero a Imola, mi è passata davanti una macchina rossa, era un po’ impolverata. Sul bagagliaio si riusciva a leggere una frase scritta col dito nella polvere: Tin bota!

Giulietta Muraca, 2BL

Per chi volesse recuperarlo, ecco il link del discorso di Laura Pausini https://www.rainews.it/video/2023/06/laura-pausini-commuove-lemilia-con-romagna-mia-poi-l e-lacrime-il-pubblico-canta-con-lei-81fecd96-e362-476a-92ba-d2044f1ecbb1.html .

Contenuto correlato