Una recensione e un invito alla lettura: Quando abbiamo smesso di capire il mondo di Benjamín Labatut, letto da uno studente di quarta liceo scientifico, indirizzo scienze applicate.

Pubblicato il 16 Dicembre 2021
Quando abbiamo smesso di capire il mondoQuando abbiamo smesso di capire il mondo rappresenta il …

Quando abbiamo smesso di capire il mondo

Quando abbiamo smesso di capire il mondo rappresenta il maggior successo letterario dell’autore Benjamin Labatut ed è stato tradotto e diffuso in tutto il mondo. Lo scrittore cileno è stato ospitato in diversi programmi televisivi, tra cui anche lo show italiano di produzione della Rai, Che Tempo Che Fa, trasmesso il 2 Maggio 2021..

Labatut trova le proprie origini a Rotterdam, per poi trasferirsi in Cile. Durante la sua carriera, Labatut è riuscito a ‘spiccare il volo’, grazie alla sua originale modalità di scrittura, che si basa sull'inserzione di elementi umoristici all’interno della narrazione saggistico-scientifica e romanzata.

Quando abbiamo smesso di capire il mondo si presenta, appunto, come un libro che utilizza vari richiami umoristici durante la narrazione, al fine di dare un tono e una caratterizzazione più umana ed empatica. Parallelamente a ciò, tali inserzioni ‘comiche’ permettono la creazione di nuovi punti di vista sulle origini del sapere scientifico, più stranianti, offrendo dunque la possibilità al lettore di maturare una visione oggettiva e insieme costruire una propria opinione rispetto alle diverse scoperte scientifiche e alle azioni dei singoli scienziati presentati nell’opera.

L’autore struttura il proprio libro su due filoni narrativi, che durante la narrazione hanno numerosi punti di contatto. Il primo dei due fili corrisponde ad una narrazione oggettiva e scientifica riguardo alle invenzioni e alle scoperte avvenute nel corso della storia umana e nel Novecento in particolare, e di come queste si evolvano con l’avanzare del progresso, venendo poi impiegate nella vita quotidiana, a discrezione del governo o del singolo scienziato. Per quanto riguarda il secondo filone del libro, esso è incentrato sul racconto romanzato della carriera e della vita privata dei singoli scienziati, all’interno dei quali i protagonisti non sono più visti come divinità scientifiche o esseri con capacità intellettive ultraterrene, ma, anzi, sono presentati in tutte le loro sfaccettature umane: i ricercatori risaltano per i loro difetti e, anche, per i rapporti ‘alla deriva’ che li legano gli uni agli altri.

Le stesse fragili relazioni interpersonali, l’introspezione dei singoli e la descrizione degli ambienti in cui si struttura la vita dei vari protagonisti permettono al lettore di avvicinarsi a questi ‘geni’ umani per comprendere le dinamiche verosimili della loro vita, che hanno animato le grandi scoperte moderne. Ci si sposta, infatti, trasversalmente al romanzo, da tematiche come quella della rivalità, presentata dal rapporto fra Heisenberg e Schrödinger, a quella della salute sia fisica che mentale degli studiosi, spesso gravemente compromessa per il travaglio della loro profonda indagine scientifica.

La narrazione viene poi a toccare il tema dell’amore, che è uno degli elementi fondanti nella vita della maggior parte degli scienziati. La tematica amorosa dà la possibilità a Labatut di mettere in luce altri nuclei di rilievo che trovano posto anche nelle menti più brillanti del ventesimo secolo, come l’amicizia, la fantasia, le passioni più originali.

Un esempio di tali tematiche è ritrovabile, romanzata, nella storia di Erwin Schrödinger, il quale intraprese una relazione non completamente lecita con una propria giovane allieva durante la propria permanenza all’interno di un sanatorio svizzero. Simile sarà poi l’esperienza di de Broglie, che realizzerà una mostra in una villa di sua proprietà, dal titolo La Folie des Hommes, in onore del pittore fiammingo Jean-Baptiste Vasek morto suicida prima che lo scienziato potesse prendere coscienza dei suoi sentimenti nei suoi confronti. 

La componente amorosa dà, inoltre, la possibilità di discutere il tema della morale e del femminismo tramite il personaggio di Clara Immerwahr, attivista e prima donna tedesca ad aver ricevuto un dottorato in chimica. Immerwahr si schiererà contro il coniuge Haber Fitzer, inventore dei moderni fertilizzanti azotati, quando quest'ultimo prese la decisione di intraprendere la produzione del mortale gas Cloro con intenzioni venali (da qui, alla fine della catena, il terribile Zyklon B usato nei campi di sterminio nazisti.

Quando abbiamo smesso di capire offre, quindi, la possibilità al lettore di poter conoscere le origini della realtà scientifica quotidiana, presentandosi pure come una lettura stimolante e ‘leggera’ che permette l’ampliamento delle conoscenze e che invoglia all’introspezione e alla domanda morale davanti al progresso scientifico e alle varie evoluzioni che quest’ultimo ha affrontato.

Manuel Marcarelli, 4BAP

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