Il giorno 24 marzo il prof. Marco Maggi, docente presso l’Università della Svizzera Italiana, ha tenuto una conferenza a quattro classi dell’Istituto Terragni avente ad oggetto il Barocco nelle sue molteplici accezioni.
Per prima cosa il relatore si è soffermato sull’origine della parola. facendo riferimento non solo all’etimologia (dal portoghese barroco, perla non perfettamente sferica, e dal latino baroco), ma utilizzando altresì testi e citazioni di storici e artisti come Muratori, Settembrini e Milizia, dai quali si evince come il termine avesse per gli uomini del tempo un’accezione negativa volta ad indicare qualcosa di bizzarro e di eccessivo.
Dopo questa premessa ci si è focalizzati sulla spiegazione di questo innovativo periodo, mettendo in luce, oltre il contesto storico e la mentalità dell’epoca, lo stretto legame venutosi a creare tra vari settori e, particolarmente, tra l’arte e la letteratura.
L’intervento è stato cosi suddiviso in quattro blocchi, ognuno dei quali ha messo in risalto un aspetto peculiare del barocco.
1) l’imperfezione
In questo periodo di fermento ci si addentra in discipline finora inesplorate e in studi non consueti.
Ne è un esempio quello sulle conchiglie, ritenute interessanti perché piene di curve, diverse l’una
dall’altra, a volte quasi deformi eppure ricche di grazia. Si apprezza così anche l’imperfezione come in poesia fa Giovanni Leone Sempronio che elogia la bellezza di una giovane zoppa definita una dea precipitata dal paradiso.
2) l’apparenza e la realtà
Cartesio, Pascal, Shakespere: tre personaggi illustri che si interrogano sulla differenza tra realtà e apparenza, sul confine tra il sonno e la veglia, sull’esistenza stessa del proprio io che fa macerare nel dubbio Sigismondo, il protagonista dell’opera teatrale di Calderon de la Barca che si chiede: “chi sono davvero io?”.
L’incertezza del periodo porta gli autori a porsi una serie di interrogativi che irrompono nell’animo con una tale veemenza da spingere a chiedersi se possa esistere una prova legittima di essere in possesso della piena coscienza e consapevolezza di sé.
3) gli abissi dell’animo umano
È questo il periodo di scoperte quali il microscopio e il telescopio che, nella loro antitesi, accentuano ancor più il parallelismo tra l’infinitamente piccolo e l’immensità, tra il nulla e il
tutto, contribuendo ad aumentare il dilemma dell’artista che non sa dove collocarsi tra questi
due estremi. Si chiede Pascal : “Cos’è l’uomo nella natura? Un nulla in confronto all’infinito, un tutto in confronto al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto”.
4) antichi e moderni
La curiosità e il desiderio di innovazione non erano sconosciuti agli antichi, come sottolineato da Secondo Lancellotti, che nell’Hoggidì ricorda come già gli antichi avessero scoperto la caratteristica peculiare del ghiaccio di raffreddare le bevande.
Proprio per questo l’uomo contemporaneo non deve accontentarsi del già conosciuto, ma, pur rispettando il percorso dei predecessori deve impegnarsi a contribuire al progresso.
Una volta illustrati questi quattro punti la presentazione si è conclusa con esempi specifici di come queste tematiche si siano riprodotte anche nell’arte pittorica.
A supporto di ciò è stato descritto il quadro di Velázquez “Las Meninas”, rappresentante la famiglia reale spagnola.
La conferenza si è svolta in modo tale da riuscire a coinvolgere gli studenti partecipanti attraverso un linguaggio specifico e tuttavia comprensibile, ma anche grazie alla possibilità di porre domande per chiarire gli eventuali dubbi e curiosità.
Sofia Botta, IVAAP
Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Aprile 2022 08:33